
Big Data: cosa sono e perché rappresentano il successo per l’impresa
L’obiettivo principale nell’elaborazione dei dati è e rimane offrire al cliente un’esperienza sempre più di alto livello grazie al fantastico potere che i dati possiedono e alla loro capacità analitica di risoluzione dei problemi.
Questo il vantaggio che il data drive marketing offre trasformando l’organizzazione in un’azienda data driven. Proprio qualche settimana fa, in uno dei nostri blogpost dedicati all’importanza di diventare oggi un’azienda data driven , approfondivamo l’argomento, lo stesso che oggi si pone come core e che merita di particolare attenzione.
Perché gestire la moltiplicazione dei dati, ovvero i Big data, significa avere un approccio data-driven affinchè le decisioni prese possano essere il più possibile consapevoli.
Ma cosa sono i Big data nel concreto? E quali tecnologie e competenze servono all’organizzazione per diventare una data driven company?
Cosa sono i Big Data
Questa la domanda che oggi si sente fare spesso, soprattutto in Italia, dove i Big data sono diventati importantissimi al fine di prendere decisioni consapevoli basate sulla pertinenza del dato.
Ebbene, inutile negarlo, un’azienda data driven ha certamente molta più probabilità di avere successo e i Big data rappresentano la prova provata che senza (dati) l’impresa potrebbe risentirne.
Intanto ecco una definizione di Big data in modo tale da contestualizzare il tutto.
Si scrive Big Data e si legge come una delle evoluzioni più profonde e pervasive del mondo digitale. Un trend destinato a rimanere e ad incidere profondamente sulla nostra vita e sul nostro modo di fare business.
I Big data (grandi dati) sono una quantità crescente di informazioni che la trasformazione digitale del business sta creando e facendo circolare dentro e fuori le aziende. Questi provengono, ad esempio, dai sensori integrati in migliaia di oggetti che, collegati alla rete, oggi chiamiamo Internet of Things.
La loro particolarità sta nell’essere associati ad un utilizzo massivo degli usi e abitudini di chi utilizza internet tutti i giorni perché ogni nostra scelta online lascia delle tracce e quindi dei dati da elaborare e dai quali estrapolare tante verità.
Se pensiamo al nostro quotidiano, le interazioni con i social, i siti web che maggiormente attirano la nostra attenzione e che ci fanno “cliccare” su un contenuto piuttosto che un altro, le ricerche sui nostri smartphone. Questo e molto di più genera una mole di dati incredibilmente più elevata di qualche decennio fa.
Ecco, i Big data potrebbero essere così descritti: dati eterogenei analizzabili in real time.
Nel 2001, Doug Laney del Gartner descrisse i Big data con 3V: Volume, Velocità e Varietà. Oggi il paradigma di Laney è stato arricchito dalle variabili di Veridicità e Variabilità. Per tale motivo si parla di 5V.
Quando ci si addentra nel mondo dei Big data, però, non si vuol dire intendere soltanto le grandi quantità di dati dalla quale estrapolare grandi informazioni!
La trasformazione in atto, in realtà, è molto più profonda: al centro troviamo un cambiamento che si rivolge allo sviluppo delle nuove competenze affinchè il dato possa essere valorizzabile e valorizzato.
Ma perché i dati sono così importanti e quali implicazioni possono avere nel nostro Paese? Le domande sono tante e gli effetti toccano anche ambiti trasversali e sensibili come quello della privacy e della tutela dei dati personali.
In questo scenario, l’unica certezza che abbiamo è che il tempo dei Big data è ora e fare in modo che entri a far parte della nostra quotidianità rappresenta LA scelta, l’unica possibile se si intende crescere ed essere sempre più competitivi in un mercato in continuo movimento e mutamento.
Big Data: la chiave del successo per le imprese
Essere circondati da dati oggi è “ordinaria amministrazione” per chiunque voglia essere concorrenziale. I Big data, come è stato più volte affermato, rappresentano il nuovo petrolio tanto che essere in grado di estrarne il valore è ciò che per ogni azienda (PMI o grande che sia) più conta.
A trasformare i dati grezzi in informazioni di valore per chi nell’organizzazione è a capo delle decisioni sono proprio le competenze e le tecnologie di analytics, grazie a decisioni tempestive che non lasciano spazio all’approssimazione.
Il motivo principale del successo dei Big data però sta nei numeri. Il mercato negli analytics, infatti, non conosce crisi e si attesta come un mercato che complessivamente aggira i suoi guadagni intorno ai 1393 miliardi di euro coinvolgendo grandi, medie e piccole aziende con diversi livelli di complessità.
Implementazione per le grandi, corsa ai ripari per altre. Diverso per le PMI che, a causa di un ritardo tecnologico e parimenti culturale, procedono a rilento.
Ma l’importanza dei Big data non si ferma alle sole evidenze numeriche. I dati vengono reinterpretati in una modalità nuova, assumendo un ruolo economico e sociale mai sino ad ora immaginato.
Perché avvalersi dei dati significa amplificare le opportunità, evitando l’esclusione da mercati, nuovi e potenzialmente papabili.
Nel concreto, diversi sono gli obiettivi aziendali che è possibile raggiungere grazie ai dati. Tra questi, ne elenchiamo alcuni rilevanti:
-migliorare l’engagement con il cliente;
-incrementare le vendite;
-ridurre il time to market;
-ampliare l’offerta di nuovi prodotti e servizi;
– ottimizzare l’offerta attuale al fine di aumentare i margini;
-ridurre i costi;
-identificare nuovi mercati.
Sicuramente, visto il giovane boom degli analytics, molto è ancora da scrivere. Quello che si può dire sin da subito è che l’utilizzo dei dati apre opportunità inimmaginabili e crea un vantaggio competitivo senza pari.
I benefici però possono anche essere non propriamente quantificabili.
Ad esempio, quelli sociali, che se non comprendono molto bene la lingua dei numeri, parlano di strategia e… agiscono anche di più.
L’esempio è presto fatto. L’utilizzatore del dato da consumatore diventa lo stesso cittadino in quanto i Big data, infondo, non sono altro che la fotografia di una realtà sociale che cerca conferme per migliorarsi e crescere, per mediare e avanzare in un market che ama sentirsi al centro di una trasformazione senza limiti di tempo …. e di spazio. Gli analytics, infatti, vivono e operano in tutti i campi della vita di un individuo: dal turismo alla sanità, dalla consulenza ambito informatico alla PA.
In tutti questi settori, rappresentano certamente un “passaggio obbligato” per la comprensione degli avvenimenti, sviluppando capacità di gestione dei dati in quanto patrimonio di informazioni dell’umanità, a volte premonitorio altre risolutivo.
Questo rappresenta solo l’inizio di un viaggio che vede al centro i Big data e la loro funzionalità dai “mille volti”.
“I dati sono diventati il quarto fattore produttivo, dopo i classici terra, lavoro e capitale.”
L’affermazione di uno dei più famosi digital strategist, Vincenzo Consenza, proprio come già ribadito in uno dei nostri precedenti articoli, si rivela come un sogno premonitore, in un momento in cui i dati sono entrati a gamba tesa all’interno della realtà aziendale tanto non riuscire più a farne a meno.
Vi aspettiamo nei nostri prossimi articoli di approfondimento sui Big data. L’evoluzione pronta a rivoluzionare le nostre vite, oltre che le imprese, è appena iniziata.
Alla prossima!