
Fattore umano nei processi di innovazione tecnologica
In un periodo in cui i canali digitali sono imprescindibili per la continuità del business, privilegiare un approccio customer-centrico, mettendo al primo posto i rapporti di fiducia così come una forte specializzazione delle competenze è la chiave di volta per la crescita aziendale.
Nell’articolo che oggi vogliamo porre l’accento in particolare su un aspetto, certamente il più importante, per ogni crescita aziendale che possa definirsi tale: il fattore umano.
Buona lettura!
L’importanza del fattore umano nei processi digitali
L’innovation technology è … crescita della tecnologia grazie alle persone o persone in crescita?
La risposta è: tutte e due le cose e di seguito spieghiamo perché.
La tecnologia avanza e l’uomo non può che stare al passo con il cambiamento ma… chi è il vero artefice di questa innovazione? Solo e soltanto l’uomo e la sua capacità di creare, migliorare ponendosi come fulcro tra presente e futuro.
Questo perché non esiste algoritmo considerato completo senza l’intervento del fattore umano.
Ed ecco che per la gestione del vortice in cui il cambiamento è coinvolto, le aziende devono potersi attrezzare per accompagnare le persone, risvegliando la parte creativa, quella più attiva in cui sono nascoste potenzialità e skills.
Da qui è facile dedurre come fattore umano e tecnologia siano due elementi che devono unirsi e collaborare… sempre, in modo tale da garantire una crescita professionale e personale che venga tradotta in un’ottimizzazione importante del business.
La “sbornia” che vedeva l’ (AI) come la soluzione di tutti i problemi con conseguente paura per molte persone che rischiavano di mettere a repentaglio la loro professione, esperti ed analisti sono arrivati alla consapevolezza che senza l’intervento del fattore umano tutto ciò che è innovazione tecnologica rischia, con il tempo, di rimanere fine a se stessa non portando vantaggi né alle persone né tantomeno al business.
Questo il motivo principale per cui oggi tutte le aziende stanno cercando di implementare una trasformazione che coinvolga non solo l’aspetto puramente organizzativo ma anche e soprattutto culturale.
Tutto è pensato affinchè il capitale umano possa essere valorizzato e portato alla luce. Stiamo palesemente assistendo ad un cambio di rotta, un cambiamento epocale così importante da dover essere divulgato.
Questa la voragine in cui noi tutti ci ritroviamo e dalla quale non dobbiamo in nessun modo essere travolti bensì imparare giorno per giorno ad osare senza paura di sbagliare, uscendo così dalla zona di confort alla quale eravamo abituati per scoprire nuovi orizzonti, non solo accettando il cambiamento ma vedendo in esso una speranza concreta per il futuro del business aziendale.
Non è un caso che C. Darwin, nella sua “Origine della specie” affermasse: “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”
Fattore umano: come gestire il cambiamento
Cambiare. L’etimo della parola racconta molto di cosa rappresenta: in particolare il verbo greco kamptein vuol dire curvare, piegare, girare intorno. Tutto ciò che non è uguale a prima è cambiato. Sta a noi fronteggiare il cambiamento ponendolo a nostro favore e plasmandolo in base alle nostre necessità, sta all’uomo e alla sua capacità di adattamento cercare di vedere e vivere il cambiamento come la migliore opportunità di crescita che l’uomo ha e che si merita di avere.
Ma, molte volte, non è facile accoglierlo perché non sempre arriva gradualmente: il suo ritmo in alcuni casi è così incalzante da non lasciare molto spazio al pensiero, considerando l’azione come l’unica via possibile.
Ed ecco che saperlo gestire è una regola non scritta alla quale bisogna ubbidire, con la quale tutti prima o poi sono costretti a fare i conti. Ci sono settori produttivi ad alto livello di tecnologia che si sono già trasformati, altri in trasformazione, altri ancora in procinto di entrare nel vortice il quale comporta la trasformazione e la progressiva scomparsa o ridimensionamento di alcuni lavori, ma anche la nascita di nuove figure professionali, alle quali verranno richieste nuove competenze e specializzazioni.
Una ricerca del World Economic Forum, The Future of Job and Skills, spiega perfettamente la situazione di un futuro che sta diventando sempre più presente: il 65% dei bambini che sono entrati nel 2019 nella scuola primaria farà, tra 20-25 anni, un lavoro che ancora non esiste e del quale nessuno al momento può avere idea.
In virtù di ciò, la trasformazione epocale che stiamo attualmente vivendo, non deve e non può trovare le aziende impreparate difronte a ciò che è inevitabile. Affidarsi al capitale umano, valorizzarlo e accompagnarlo in tutto e per tutto verso la digital transformation non può che rappresentare un “oltre” sino ad oggi neanche lontanamente immaginabile.
Fattore umano: ritorno alle origini
E il futuro quindi? Cosa riserva?
Come abbiamo potuto osservare il cambiamento è sulla cresta dell’onda, lo stesso che mette al centro la cultura aziendale e la sua capacità di mettersi in discussione rivedendo programmi e processi che sembravano essere consolidati.
Un esempio riguarda la carriera aziendale, ossia: la job rotation ossia lo spostamento di una risorsa aziendale in altri e diversi settori della società, e il job enrichment, una strategia che propone alla risorsa di assumere altri compiti con responsabilità maggiori in ambiti differenti rispetto a quelli a cui ogni dipendente era abituato.
Secondo una ricerca condotta dal Top Employers Institute, l’ente certificatore internazionale delle eccellenze aziendali in ambito HR, che nel 2019 ha certificato oltre 1500 aziende in 118 Paesi del mondo, vede l’88% delle aziende italiane che utilizzano la job rotation (20% più rispetto al dato europeo), mentre il job enrichment viene adottato dal 77 % delle aziende italiane contro il 91% delle aziende europee.
Forse perché l’Italia è ancora un Paese conservatore e tradizionalista, forse perché ancora il nostro Paese non si sente culturalmente pronto a cambiare, fatto sta che in Europa si è molto più aperti all’innovazione tecnologica e al “nuovo”.
Detto ciò, il fattore umano era e sarà ancora di più in futuro, l’aspetto più importante sul quale lavorare, ponendo le basi per un cambio di mentalità, un nuovo comportamento da trasmettere a tutta la popolazione aziendale, lo stesso che privilegia prima di ogni cosa le persone e la loro empatia, le loro particolari attitudini e la professionalità.
Il tutto grazie ad iniziative volte a focalizzare l’attenzione sul singolo che puntino al: benessere psicofisico, relazionale, aumento dell’autostima e del desiderio di sentirsi realizzati.
E’ proprio da questi atteggiamenti che si inizia a costruire il cambiamento, è qui che il fattore umano acquista forza e importanza in azienda, ogni giorno sempre più.
Non ci stancheremo mai di ricordare quanto le persone siano il fulcro per l’azienda e quanto senza il loro contributo costante e attento niente di tutto ciò che è business per la società potrebbe assumere lo stesso valore.
Continuate a seguirci, un futuro fatto di innovazione con le persone al centro ci aspetta e noi continueremo a raccontarlo!